Visioni della vita rapita – Davide Rondoni

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Tiratura limitata di 120 esemplari numerati composti a mano in caratteri mobili, lettera per lettera. 

Prima antologia italiana di Davide Rondoni. Comprende 50 poesie, di cui 16 inedite.

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Poesie scelte a cura di Paolo Lagazzi.

Volume nel formato 8° (cm 18x28,5) di 124 pagine composte interamente a mano con i tipi Tallone e Garamond.

L’introduzione di Paolo Lagazzi è composta a mano con i tipi Garamond corpo 10, tondi e corsivi, incisi nel 1910 su punzone da Henri Parmentier e fusi da Deberny & Peignot; mentre le 50 poesie di Davide Rondoni sono composte con gli esclusivi corsivi Tallone corpo 12, disegnati da Alberto Tallone e incisi a mano su punzoni d'acciaio da Charles Malin a Parigi.

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Sono stati tirati 120 esemplari numerati impressi su carta vergata avorio di puro cotone delle manifatture Magnani di Pescia.

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La composizione a mano fa di questa edizione un primato nell’editoria contemporanea.

Impressa su carte artigianali a lunga conservazione e cucita a mano per durare nel tempo, questa edizione è allestita nel più antico atelier tipografico al mondo in funzione, dove tradizione e estetica moderna si fondono per permettere la migliore esperienza di lettura possibile.

L’editore non impiega i rapidi sistemi di composizione a tastiera monotype e linotype, spesso spacciati per tipografia manuale. Egualmente non usa il fotopolimero, veloce scorciatoia per trasferire composizioni digitali su cliché di plastica.

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Il volume è inserito in un doppio cofanetto rigido realizzato a mano su misura, rivestito esternamente con carta Ingres e recante sul dorso il titolo impresso tipograficamente.

Questo è uno degli esemplari della tiratura maggiore.

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Inoltre, sono stati impressi i seguenti esemplari su carte speciali, che, sommati ai 120 su carta Magnani, portano la tiratura complessiva a 138 esemplari:

- 8 su carta Amatruda prodotta ad Amalfi (immagini e prezzo su richiesta);

- 4 su carta al tino velina bianca "Corona", allestita a Pescia all’inizio del XX secolo da Enrico Magnani, recante in filigrana le sue iniziali sormontate dalla corona (immagini e prezzo su richiesta);

- 4 su carta a mano Fabriano crème realizzata al Museo della Carta (immagini e prezzo su richiesta);

- 2 su carta vergata Magnani al tino, filigranata “all’onda”. Questa rarissima carta al tino di puro cotone fu prodotta a Pescia nel 1966 per restaurare i volumi che in quell’anno a Firenze furono sommersi dall’Arno. Fu prodotta sotto la direzione del “ministro” della cartiera Silvio Vezzani, nell’antico fabbricato quattrocentesco «Le Carte» di proprietà della Magnani. La filigrana che la contraddistingue raffigura quattro onde, a ricordo della data del 4 novembre, da cui simbolicamente emerge una freccia rivolta verso l’alto (immagini e prezzo su richiesta). (immagini e prezzo su richiesta)      

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Essendo composta a mano, impressa sulle più belle carte italiane e tirata in soli 138 esemplari, questa edizione è da considerarsi un incunabolo del XXI secolo, tenuto conto dell'imponente lavoro manuale per la sua realizzazione, che lo accomuna ai primi libri a stampa del Quattrocento.

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il mare non muore no
il mare

non muore sugli scogli

anche se precipita
sulla durezza dei confini

sulla pietra che morde
e graffia,
il mare

si porta via le ferite
così lontano e a fondo
che nessuno le può vedere.

In corpo abbiamo sale
nella sua medesima percentuale –
non vedi per strada i naufragi
gli abissi e, raro, nel chiaro
di uno sguardo le vele, le vele…

Il mare non muore, no
e solo alla luna, solo
alla luna
quando di notte
lei sospende il suo giro per chissà

lui amante con la tempesta nello sguardo grigio
mostra i segni celati sui fondali

l'illusione subacquea del moto dei coralli,
veli di antichi rapimenti, metalli
di navigazioni finite male, sacchetti, fibbie,
accendini, amuleti buttati tra le scie
con il cuore tra i denti.

Le poesie sono questi graffi, incidenti
custoditi nel mare, abbandoni
in un dolore felice, abissale.

Il mare non muore, no
riceve la vita di tutti, ne fa relitti, plancton, silenzi
li volge nei suoi flutti – e a volte, a volte di notte
grande creatura di sale e di luce
lui si sente gridare…

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La bellezza interamente ferisce

attrae la vita da dove si era nascosta

la raccoglie come acqua nel palmo

delle sue mani di fuoco

mi vedono di spalle uscire nel buio del giardino

pensano deve fumare

e invece devo piangere, piangere

finalmente da morire

contro il petto della notte

mia vastissima madre…

Se non ti avessi incontrato

non sarei arrivato qui così

Roma davanti agli occhi lucente in rovine

le stelle a miriadi sulla testa

nel cuore il tuo nome al centro

di una smisurata, di una

immeritata festa

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Davide Rondoni (Forlì, 1964) ha pubblicato diversi volumi di poesia e la sua opera è tradotta in vari paesi, in volume e rivista. Ha fondato e dirige "Il centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna" e la rivista «clanDestino». 

È autore di teatro e traduttore (Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri) e ha tenuto e tiene corsi di poesia e di letteratura negli atenei di Bologna, Milano Cattolica, Genova, allo Iulm e negli Stati Uniti (all'Università di Yale e alla Columbia University).

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«La scelta di poesie per il presente volume rappresenta il mondo poetico di Rondoni in tutti i suoi temi cruciali: lo sfibrarsi dell'umano nella città, nel “duro paese” assediato da luci sconosciute o da “stelle terribili”; la lotta eterna “tra la vita che cerca la vita/e la vita che cerca la morte”; il mistero del mondo, dall' “oscurità del mare” alle “grandi solitudini” della materia cosmica; la forza che ancora si annida nel sentirci parte di una storia lunga, di una dura e struggente vicenda di generazioni; il dono del tempo di rigenerarsi, la “ventosità” dei viali all'alba; l'improvvisa irruzione della grazia, della speranza nel turbine dei momenti; lo sguardo degli artisti come capacità di intravedere “la resurrezione” nel movimento delle cose; il destino dei reietti o dei santi di vivere “con l'inimicizia nel sangue”, istupiditi dal dolore; “l'onore” che dobbiamo ai più piccoli; l'amore come rischio, sofferenza e vuoto ma anche come “occupazione/di chi non ha paura”, come respiro condiviso o contrappunto di corpi, come meravigliosa, tenerissima avventura della paternità, come “muta fedeltà”, “felicità del tempo”, “privilegio/di una canzone alta, che non muore”…».

«Rondoni appartiene a una famiglia ideale di poeti, scrittori e artisti in cammino. […] In lui la tenera, ardente pazienza di Bashō o di Walser e l'impazienza visionaria, febbrile di Rimbauld o di Kerouac convivono come i due profili di uno stesso spirito, tanto innamorato del mondo, desideroso di riconoscersi tutt'uno con esso, di respirare all'unisono con campi, colline e città, quanto votato a spostarsi insieme alle “migrazioni della luce” e delle nuvole, a sottrarsi ad ogni attaccamento, a ripartire ogni giorno e ogni notte affidandosi al pathos del movimento come a qualcosa che incanta e ferisce, come alla musica segreta e fatale del tutto, come a un orizzonte senza regole, senza confini se non quelli dell'anima».

«Poche voci di poeti nei nostri anni sono così vaste, così segnate da quel vento delle distanze che nasce non solo dal senso vivo del plein air o dalla pratica quotidiana del viaggio ma soprattutto della capacità intima di mettersi e rimettersi in gioco, dai brividi e dall’arsione della carne che si riscopre spirito e dello spirito che si riconosce carne, da una sete di libertà da lupo delle steppe, dall’urgenza di domande che non possono trovare risposte».

Questi brani sono tratti dallo studio introduttivo di Paolo Lagazzi.

Scheda tecnica

Dimensioni (cm)
18x28,5